RISCHIO CHIMICO
Esposizione a fluidi lubrorefrigeranti
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- Categoria: Rischio Chimico
- Pubblicato: Domenica, 02 Febbraio 2020 20:08
- Scritto da Massimo Bonzano
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I fluidi lubrorefrigeranti sono prodotti chimici molto diffusi ed impiegati nel settore metalmeccanico. I principali rischi sono generati dal contatto con gli olii da taglio, gli agenti chimici pericolosi, l’inquinamento microbico. I fluidi lubrorefrigeranti vengono usati nella lavorazione dei metalli principalmente per ridurre l’attrito tra le superfici e disperdere il calore prodotto dalle varie lavorazioni meccaniche. La produzione di manufatti tramite lavorazioni meccaniche per asportazione di truciolo comporta un larghissimo impiego di olii lubrorefrigeranti, normalmente gli olii non vengono utilizzati mai tal quali ma diluiti e additivati con numerose sostanze chimiche necessarie per migliorare le prestazioni o la durata dell’olio stesso ma, possono costituire, a loro volta, una nuova fonte di esposizione ad agenti chimici. I macchinari che necessitano di fluidi lubrorefrigeranti sono, principalmente quelli che effettuano asportazione meccanica di materiale, alcuni esempi sono le alesatrici, i torni, le foratrici, le rettifiche. In linea del tutto generale gli oli e i fluidi lubrorefrigeranti possono essere interi o emulsionabili, in funzione della percentuale di acqua necessaria per l’impiego la quale contribuisce ad aumentare le proprietà raffreddanti della miscela. L’esposizione professionale ai FLR (Fluidi lubrorefrigeranti) può avvenire in due modalità: inalatoria (se non è prevista o installata una idonea aspirazione) o cutanea (nei casi di contatto, sia diretto con l’olio, sia indiretto con i particolari lavorati) Un fattore da tenere monitorato, indice di una possibile esposizione inalatoria ai FLR, sono le Nebbie d’olio ovvero i vapori generati dalle alte temperature che si sviluppano durante la rimozione di materiale, ovviamente le nebbie d’olio sono il primo step di valutazione in quanto, Glob-Tek è anche in grado di ottimizzare i parametri di analisi ambientali sugli specifici prodotti usati da ogni azienda. Questa possibilità permette di andare a verificare la possibile esposizione agli specifici componenti delle miscele di lubrorefrigeranti (oli e addittivi) e quindi ottimizzare anche gli eventuali controlli medici e la scelta dei Dispositivi di protezione individuale.
Si riportano alcuni agenti chimici che sono stati individuati da indagini chimiche svolte e che potenzialmente possono essere presenti nell’ambiente di lavoro:
- idrocarburi policiclici aromatici (IPA),
- policlorobifenili (PCB),
- metalli (piombo, nichel, cromo ecc.),
- B (a) P (benzo, a – pirene) e nitrosammine,
- acido borico e/o derivati del Boro.
Un altro fattore da non sottovalutare per il quale Glob-Tek può fornire un servizio di consulenza risiede nella valutazione dell’esposizione al rischio biologico dovuto al possibile sviluppo di flora batterica all’interno di vasche o sversamenti di lubrorefrigeranti stagnanti.
Il rischio ad esposizioni a flore batteriche può causare patologie respiratorie, allergie, dermatiti.
In relazione alla possibilità che i FLR possano essere fonte di esposizione a rischio biologico, è stata svolta una ricerca svolta dall’INAIL (Direzione Regionale Umbra — Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) e dall’Università degli Studi di Perugia (Dipartimento di Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche, Sezione di Microbiologia) con campionamenti microbiologici in 7 ditte del territorio umbro.
I dati microbiologici ottenuti con campionamenti attivi e passivi evidenziano che la presenza di olio da taglio produca un significativo aumento dell’inquinamento microbico totale, in particolare si è evidenziato che nel 67% dei dati analizzati, in presenza di macchine che utilizzano olio da taglio, la carica microbica totale è significativamente superiore a quanto rilevato negli uffici, inoltre la carica fungina media nella zona macchine con oli risulta essere maggiore nella zona macchine con oli rispetto agli altri siti all’interno degli opifici.
Anche i campionamenti passivi evidenziano un maggior inquinamento microbico nella zona produttiva delle aziende: le cariche microbiche totali nelle zone macchine con olio e senza olio superano infatti il valore soglia IMA(indice microbiologico dell’aria), mentre negli uffici tale valore non viene mai superato.
Si conclude che per minimizzare il rischio di crescita batterica nei FLR e limitare l’emissione di bioareasol nell’ambiente è necessario attuare nelle ditte monitorate delle procedure che richiedano una accurata pulizia dei serbatoi durante il cambio dell’olio da taglio.