RISCHIO CHIMICO
Decomposizione PVC causa incendio
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- Pubblicato: Domenica, 02 Febbraio 2020 20:16
- Scritto da Massimo Bonzano
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In caso di incendio, il PVC si trasforma in una grave minaccia per l’uomo e per l’ambiente.
Il PVC è ormai così’ diffuso nelle abitazioni per i pavimenti e le carte da parati, le tende per doccia, le veneziane, gli infissi delle finestre, le applicazioni elettriche, compreso l’isolamento di cavi e fili, per nominare solo alcune applicazioni che, in caso di incendio, è grande la quantità di PVC che può essere esposta a combustione. In caso di incendio, il PVC genera un fumo acre e pericolose emissioni di organo cloruri, tra cui diossina. Il fumo, che contiene cloruro di idrogeno, si forma rapidamente dal cloro e questo, combinandosi con l’umidità (ad esempio nei polmoni) forma a sua volta acido cloridrico: tutto questo può causare serie ustioni all’uomo, senza contare i considerevoli danni materiali . I contenuti di cloro nel PCV possono prevenire la combustione. Alcuni dei peggiori incendi, tuttavia, hanno generato combustione lenta piuttosto che un vero incendio di prodotti in PVC. La decomposizione di prodotti in PVC per combustione può causare danni alla salute e persino la morte, nonostante l’industria del PVC asserisca che: “ Quando il PVC brucia, rilascia acido cloridrico in concentrazioni assai inferiori a quella che può essere considerata una dose letale…” . L’acido cloridrico rilasciato durante la combustione reagisce con molti degli additivi presenti nel PVC, creando nubi tossiche di dimensioni persino maggiori del suo volume . Inoltre, i metalli pesanti contenuti negli stabilizzanti del PVC vengono rilasciati nell’aria, cosa particolarmente pericolosa nel caso del cadmio. Uno dei casi di cui si ha una maggiore documentazione è quello dell’incendio del Supper Club a Beverly Hills. Durante l’incendio i cavi in PVC si decomposero rilasciando strisce di fumo grigio e bianco, senza fiamme visibili. Un’impiegata del centro ha raccontato come il suo smalto per unghie, reagendo al fumo, le abbia corroso le unghie. L’impiegata ha sviluppato ustioni di secondo grado anche senza essere toccata dalle fiamme. Quando le fiamme sono diventate visibili ed è suonato l’allarme, era ormai troppo tardi. I presenti hanno subito tentato di fuggire, ma il semplice contatto con il fumo causava immediato svenimento. 161 persone morirono asfissiate, prima ancora di venire in contatto diretto con le fiamme e prima che l’anidride carbonica raggiungesse livelli pericolosi. Altre 4 persone morirono per effetti secondari. Alcuni dei superstiti hanno sofferto di malattie respiratorie. Tutto questo era diretta conseguenza della presenza di PVC. In caso di incendio in presenza di PVC, gravi sono anche i danni materiali.
In particolare è necessario revisionare tutte le apparecchiature elettriche una misura non necessaria in assenza di PVC .
Per questa ragione, il PVC è vietato in molti ospedali, scuole, torri di telecomunicazione, banche, impianti energetici ed installazioni militari. La formazione di composti estremamente tossici come i dibenzofurani e dibenzodiossine policlorurati (PCDD e PCDF) è legata all’uso ed alla decomposizione del PVC. Anche se l’industria ha tentato di minimizzare questo dato, recenti studi hanno confermato che questi composti vengono rilasciati dalla combustione di PVC .
Per citare il Ministero della Sanità tedesco (BGA) e l’Ufficio Federale per l’Ambiente tedesco (UBA): “ Poiché le plastiche alogenate ( in particolare il PVC e le plastiche che contengono ignifughi a base di bromo) possono rilasciare diossina in caso di incendio, nelle fasi di riciclaggio e di smaltimento, si raccomanda che nelle aree a rischio di incendio l’uso della plastica che contiene cloro e bromo sia evitato per quanto possibile. L’UBA ed il BGA propongono un bando dell’uso delle plastiche che contengono cloro e bromo in manifatture soggette a rischio di incendio come mobili in truciolato. Si propone anche l’etichettatura delle plastiche contenenti cloro e, se necessario, un bando dell’uso di PVC negli imballaggi.”
Ma quali sono i criteri di definizione delle “aree soggette a rischio di incendio”?
Vista la frequenza degli incendi domestici, il bando dovrebbe riguardare la maggior parte dei prodotti in PVC ad uso domestico. Il Ministero della Sanità tedesco ha fatto seguire a questa dichiarazione una raccomandazione ufficiale secondo cui, in caso di incendio che coinvolga anche una piccola quantità di PVC, tutti i residui devono essere eliminati da ditte specializzate, per limitare i danni alla salute causati dalla diossina e dal furano. Questa raccomandazione riguarda incendi in appartamenti, scuole, uffici e negozi . Perfino il produttore europeo di PVC Norsk Hydro ha ammesso che in impianti ad alto rischio di incendio, come quelli petroliferi e nucleari, materiali più isolanti e costosi sono preferibili al PVC . A seguito del rilascio di diossina per l’incendio di una costruzione e la combustione di mobili e cavi in PVC a Bielefeld, in Germania, dal 1987 l’uso del PVC è stato vietato negli edifici pubblici. Successivi studi sugli effetti dell’incenerimento di PVC hanno confermato che, sia dal punto di vista economico che ecologico, i prodotti in PVC devono essere sostituiti.